martedì 23 novembre 2010

Varrebbe ben un tatuaggio ... per non scordarlo mai!

"... in generale le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio per essere giudicate brave almeno la metà.
Per fortuna non è così difficile!"

Emma Bonino
Elenco delle cose che passano sul corpo delle donne
"Vieni via con me", 22 novembre 2010

6 commenti:

  1. Per me invece sarebbe auspicabile che tale massima venisse dimenticata come si cerca di fare con i brutti ricordi... ciò significherebbe che uomo e donna finalmente sarebbero giunti ad un confronto alla pari come persone, facendo emergere i rispettivi meriti personali senza il premio di genere. Certo che se la donna continua ad usare il proprio corpo come scorciatoia ammettendo di fatto la supremazia del potere maschile da aggirare solo facendo leva sulle pulsioni animali piuttosto che usando l'intelligenza e l'impegno, beh la strada per cancellare dalla memoria la massima citata da Emma Bonino è lunga, molto lunga.
    Nello stesso tempo sarebbe importante che gli uomini si rendessero conto che non sono altro che l'altra faccia della stessa medaglia (hanno tutti un bel cromosoma X dentro di loro), che nessuno tra gli umani nasce per partenogenesi (nasciamo tutti da una donna) che quindi considerare le donne inferiori (perchè di questo si tratta) significa in qualche modo considerare inferiori se stessi, avere cioè un grosso problema di autostima... che dite?
    Cristina

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  2. GRAVIDANZA SUL LAVORO (parte prima): Lavoro da circa 2 anni per un’azienda della GDO, lavoro però dal 2001, dopo aver terminato i miei studi universitari. Fino ad ora ho sempre cambiato facilmente azienda e posto di lavoro tutte le volte che ho voluto (4 aziende in totale, tutte multinazionali e tutte commerciali, sempre con un contratto a tempo indeterminato). Sono giovane (oggi ho 36 anni), sono sempre stata piena di entusiasmo e di energie, non ho mai avuto limiti di orario (benchè sulla busta paga figurassero 38 o 40 ore a seconda del contratto integrativo vigente), ho dato sempre disponibilità alla mobilità territoriale e ho sempre saputo comportarmi bene in tutte le situazioni lavorative. Ce l’ho messa tutta per ottenere dei buoni risultati, e ho sempre ottenuto la stima dei miei capi e dei miei collaboratori, nonostante mi mancassero puntualmente le gratificazioni a livello di inquadramento e di retribuzione. Dico ciò perché, avendo sempre avuto accesso a dati sensibili di ogni azienda, conoscevo perfettamente inquadramenti e stipendi dei miei colleghi di pari mansione oltre che dei miei collaboratori. Non ho mai fatto polemica su questo, ho sempre concentrato le mie energie sulla mia crescita professionale e personale, dando sempre più peso a quello che io ricevevo dall’azienda (esperienza, formazione, opportunità) rispetto a quello che l’azienda mi corrispondeva per il mio reale apporto. Ho gestito fino a 110 persone, uomini e donne di tutte le età, ho permesso la crescita di molti miei collaboratori, ho insegnato loro tutto quello che sapevo, i tecnicismi ma soprattutto il rispetto per le persone; non ho mai dovuto urlare con nessuno per farmi rispettare e ho sempre potuto fare la donna senza imitare mai lo stile dei miei colleghi uomini. Mi sono occupata di commerciale, sono stata responsabile di flussi di denaro e di merci, ho gestito le relazioni con i clienti, con le assicurazioni, ho poi controllato la gestione dei miei colleghi commerciali, in definitiva posso dire che la grande distribuzione la conosco bene in ogni suo ambito. Oggi, trovandomi in un ambiente molto duro e fortemente maschile e fatto di persone molto poco attente al clima sociale, vivo una situazione di forte difficoltà, sia come performance lavorativa che come benessere psico-fisico. Non accetto il linguaggio volgare e poco professionale dei miei capi e dei miei colleghi, non accetto la mancanza di rispetto per le persone (ho sentito spesso parlare di “mongoloidi” invece che di “assunzioni obbligatorie”) non sopporto il termine “ficcante” al posto di “incisivo”, non sopporto la pressione costante di manager che chiedono sempre 20 nonostante io possa fare 5, non sopporto la confusione dei miei capi, e soprattutto non sopporto di non riuscire a lavorare serenamente come ho sempre fatto. Per la prima volta pago la mia incapacità a mettere ordine nella mia testa in un ambiente che non mi piace, in ruolo che non capisco e che non riesco a delimitare. (segue parte seconda)

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  3. GRAVIDANZA SUL LAVORO (parte seconda): Dal momento in cui ho comunicato la mia gravidanza (ero a 10 settimane), ho cominciato ad avere pressioni, a mio parere ingiustificate, e continue richieste relative alla data precisa dell’inizio della mia assenza. Dopo aver spiegato al mio capo straniero (incapace di parlare Italiano e completamente allo scuro della legislazione italiana) che la maternità obbligatoria in Italia è fissata a 2 mesi prima della data di parto presunto (solo in caso di gravidanza a rischio viene anticipata), un mese fa nell’ufficio del suo capo, per 2 ore, entrambi hanno inveito nei miei confronti facendomi presente che le mie performance lavorative non erano all’altezza delle loro aspettative, e che se entro 2 anni non avessi raggiunto il livello da loro atteso mi avrebbero cacciato dall’azienda. Ho cercato di difendermi argomentando ma ben presto ho capito che non c’era modo di avere un dialogo costruttivo e soprattutto corretto. Non c’era una spiegazione a mio giudizio comprensibile a quello che mi stava succedendo in quel momento e con quei toni. Mi sono successivamente rivolta alle risorse umane spiegando la situazione e la mia difficoltà, chiedendo di essere spostata in un altro dipartimento in cui potessi ritrovare la mia serenità e riconquistare la mia professionalità. Non ho ancora ricevuto risposta. Nonostante ciò cerco come posso di andare tutti i giorni al lavoro e di fare il mio dovere, esco di casa ogni mattina alle 7.30 e torno mai prima delle 20.00, tutti i giorni faccio circa 3 ore di traffico e mai meno di 10 ore di lavoro. Confesso che mi sento stanca e molto affaticata.
    Sono sempre stata una persona pacifica e ragionevole e non mi sento in questo momento della mia vita nella condizione di fare alcun tipo di guerra, mi tornano però alla mente costantemente tutte le ingiustizie che ho sempre subìto sul lavoro e mi viene tanta rabbia. A pagare è la mia piccola Martina, perché mi sento devastata da questa situazione. Avrei voluto che nascesse in un momento della mia vita in cui mi sentissi più in grado di darle ottimismo, fiducia nel mondo e nelle persone. Non può essere questa l’Italia, e sono sicura che non è questa.
    Francesca

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  4. Io non ho nulla in contrario se le donne continuano ad usare il proprio corpo come scorciatoia, facendo leva sulle pulsioni animali piuttosto che usando l'intelligenza.

    Gigi Cesarato

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  5. Eppure quante cose non fanno le donne "utilizzando" il proprio corpo per esprimere la supremazia sul maschio e non solo. Pensiamo nel lavoro, ma spesso e forse piu' di frequente, nel rapporto uomo-donna e mi riferisco a tutto quanto fatto per apparire piu' belle, desiderabili e piacenti. Chirurgia estetica, corsa al vestito piu' alla moda, tacchi vertiginosi(meglio dire trampoli) e quant'altro a costo di sembrare caricature alla jessica rabbit (ricordate?) Al contrario si e' "scialbette" o peggio. Ben inteso non sono contraria al curarsi, ma un conto e' apparire presentabili, un altro mascherarsi.....Ma come siamo arrivate a tutto cio'? Sbaglio non erano finezza ed intelligenza le qualita' su cui puntare? Che dite?
    Barbara padova

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  6. @Francesca: grazie per leggere il nostro blog e per la voglia di partecipare condividendo con noi la tua esperienza! Fa molto male apprendere ancora una volta che il talento viene sprecato e dileggiato e la maternità considerata un'infamia e un flagello aziendale. Per fortuna nonostante tutto le donne possono sopportare questo ed altro; so per esperienza indiretta (purtroppo) che la maternità infonde una forza sia fisica sia mentale inimmaginabile, perciò non mollare e in bocca al lupo per tutto!

    @Gigi: benvenuto nel nostro blog e grazie per leggere i nostri post! Siccome ho riconosciuto la "griffe", so per certo che il tuo commento è ironico ;-)!! So per certo anche che sei proprio tu uno di quegli uomini che vedono le donne prima come persone e poi anche come l'altra metà del cielo che vi rende la vita degna di essere vissuta!

    @Barbara padova: condivido il tuo pensiero; spesso sono proprio le donne le prime nemiche di se stesse e spesso si compiacciono di rendersi ridicole. Comunque come si dice: de gustibus...

    Spero di leggere ancora di voi presto.
    Cristina

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