venerdì 31 dicembre 2010

Auguri dal Nord Italia: notte magica a Sacile

Sulla danza morbida dei fiocchi di neve e nella morsa del gelo pungente auguro alle mie care amiche compagne d'avventura Enza e Giulia e a tutti quanti hanno la pazienza di leggere i nostri pazzi pensieri in libertà un nuovo anno di serenità e soddisfazioni e di riuscire a realizzare almeno un desiderio, piccolo o grande che sia.
Cri

                                                                   BUON 2011!!!     

mercoledì 22 dicembre 2010

Sarò in grado di fare una sorpresa alle mie compagne di viaggio Cri e Giulia?

Care amiche,
se  state leggendo  questo post, vorrà dire che ho superato la mia pigrizia e  che mi sono finalmente impegnata a studiare come fare per poter pubblicare una pagina sul nostro blog!
Si respira un’aria strana a Roma e nonostante la mia radio on air è sintonizzata su un canale che trasmette canzoni natalizie, da fuori provengono ben altri suoni.
La città vorrebbe  già essere alla fine di questa giornata e sperare che la manifestazione studentesca non degeneri ,come già accaduto, in episodi di violenza.
Gli elicotteri sorvegliano dall’alto la città, il centro storico è blindato e personalmente non mi aspettavo un dispiego di forze dell'ordine in assetto di guerra, in giro per Roma. Certo, una nota stonata in un periodo dell’anno dove tutti vorrebbero credere e dimenticare per un po’ i dolori di un paese malato ma stavolta le ferite sono così grandi che far finta che non sanguinino  è un pò difficile!
Nonostante questo,vorrei poter chiudere, anche solo per poco, le finestre che affacciano sul mondo reale e raccogliere i miei pensieri  “prenatalizi “sul nostro “microcosmi in valigia”.
Quest’anno ho deciso di trascorrere le vacanze nella mia casa romana, costringendo i miei genitori e mio fratello a preparare le loro di valigie. Sarà un po’ insolito, considerato che non saremo circondati dalla baraonda della mia numerosissima  famiglia, ma sentivo il bisogno di sentire respirare le persone che amo tra le mure di quella casa dove vivo per il resto dell’anno.
Il tempo non promette niente di buono e se tenere  a bada il mio amatissimo nipotino di 3 anni in un appartamento sarà un’esperienza movimentata, sono convinta che la tavola del cenone sarà degna della migliore tradizione siciliana. I miei genitori, da buoni meridionali, sono sbarcati a Roma con gli abiti  racchiusi in una piccola valigia e ben tre borse stracolme di cibo!
Totani, baccalà, tacchino ripieno, spezzatino, salsiccia condita e non, cotolette pronte all’uso, un bel bidoncino d’olio ed ancora arance, limoni e persino prezzemolo, aglio e cipolle (la coltivazione di tali aromi è vietata nel resto d’Italia!!!!). Mi hanno assicurato che il dolce lo avrebbe portato mio fratello, perché in aereo si fa prima e quindi la crema si mantiene…ahhhhhhhhhh!!!!
Vabbè, questo significa che il menù a cui avevo pensato da qualche settimana verrà totalmente sovvertito dalla mia mamma che sa il fatto suo in cucina e che mi dispenserà dal maneggiare pentole e padelle per qualche giorno. Nessuno osi, invece, avvicinarsi all’albero e tentare di usurpare il mio ruolo di  “distributrice di regali”, ruolo che in realtà  mi contenderò al massimo con mio nipote, considerata la natura poco incline a questo genere di attività del resto dei presenti!
Comunque amiche, qualsiasi cosa voi troviate sotto il vostro albero sappiate che ci sarà un pacchettino, dimenticato e nascosto, che contiene il mio grazie per voi e per tutte le volte che avete reso la mia strada meno in salita!
Buon natale dalla capitale d’Italia (esiste ancora, vero???)

mercoledì 1 dicembre 2010

Thanksgiving day

Cristina: Tacchino e non solo...

Giovedì 25 novembre ho imparato che il Thanksgiving day, nonostante sia una tradizione ben radicata nei cuori e nelle menti degli Americani, viene ogni anno proclamato per decreto presidenziale.
Ingenuamente ero convinta che fosse una ricorrenza stabilita per convenzione nell'ultimo giovedì del mese di novembre senza bisogno di particolari ufficializzazioni: mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo!
Quest'anno Obama ha siglato il 147° decreto, il primo risalente al 1863 porta la firma di Abramo Lincoln anche se l'istituzione della festa risale a tempi più lontani (1621) e il primo discorso ufficiale agli Stati Uniti d'America sul giorno del ringraziamento fu del primo presidente George Washington (1789).
Ho anche capito che il Thanksgiving è una festa nazionale che gli Americani di ogni estrazione sociale, di ogni credo religioso e di ogni provenienza geografica sentono profondamente. Mi sono chiesta il perchè e ho trovato queste risposte di buon senso. Si ringrazia la mano onnipotente (Almighty hand) per quanto ricevuto durante l'anno ma non è una festa prettamente religiosa che se coinvolge un credo esclude per forza di cose gli altri. Ogni fede può riconoscere nella 'mano onnipotente' quella del proprio Dio e per chi non crede c'è comunque posto: non esiste in fondo sempre qualcosa per cui valga la pena ringraziare se non altro la buona sorte? E' una festa praticamente americana (anche canadese a dire il vero) e questo crea coesione e senso di appartenenza e soprattutto simboleggia l'incontro fra culture diverse e valorizza il principio dell'ospitalità.
Al di là di ogni ipocrisia che ogni celebrazione di questo tipo nasconde e neanche tanto abilmente – fratelli per un giorno, coltelli per tutto il resto dell'anno - bisogna riconoscere l'effetto lenitivo che ha sulle anime, quasi fosse un balsamo per ammorbidire la ruvidità della vita quotidiana... almeno per un giorno: esperienza personale.
Un collega molto gentile del mio ingegnere ha invitato noi ed altri due colleghi soli come noi (forse gli abbiamo fatto un po' pena al pensiero che tutti eravamo lontani dalle nostre famiglie) a trascorrere la giornata del Thanksgiving a casa sua con la sua gente. Metà arriva dal Giappone e metà dalla Cina anche se vivono negli Stati Uniti ormai da una vita intera; tra loro già qualche coppia mista indice inconfutabile di integrazione e di commistione dei popoli.
Eravamo quattro perfetti estranei nel mezzo di un gruppo numeroso di parenti: nonni, zii, nipoti, insomma tutte le generazioni rappresentate. Abbiamo condiviso il cibo, esperienze di viaggio e di vita in generale, rilevando affinità e differenze. Eravamo quattro estranei ma lo siamo stati davvero per poco; l'accoglienza è stata sincera e sobria, come piace a me, senza eccessivi e stucchevoli formalismi.
L'invito a fare “come se fosse casa vostra” era sentito e non di convenevole; nessuna etichetta sociale, nessuna categoria economica da far prevalere, solo persone che per un giorno stanno insieme e stanno bene e noi con loro.
La prima cosa che abbiamo dovuto fare entrando nella loro casa è stata toglierci le scarpe ma superato l'imbarazzo iniziale, soprattutto per me ed il mio ingegnere per niente abituati a tale pratica, ci siamo buttati nella mischia degli scalzi e dopo le dovute presentazioni con le immancabili buffe storpiature dei nomi, abbiamo onorato la tavola essendo notoriamente due buone forchette : avevamo una fame!
Il rito del levarsi le scarpe , oltre a richiamare l'antica cultura orientale, è apparentemente legato al tentativo spesso vano di mantenere pulito il “carpet” (l'odiosa moquette) che gli Americani per un inspiegabile motivo adorano: lo trovi ovunque, c'è anche nel mio appartamento; ma secondo me rappresenta molto di più. Mostrare le calze indossate o i piedi nudi equivale a scoprirsi agli altri, è come spogliarsi di ogni barriera ed abbassare lo scudo protettivo: si è quello che si è, così senza corazza.
Forse il segreto per superare i pregiudizi e guardarci l'un l'altro per quello che siamo veramente è proprio questo: togliersi le scarpe!
Essi hanno ringraziato la loro Almighty hand, noi abbiamo ringraziato loro per la generosa ospitalità e per la bella giornata che io non mancherò di mettere nella mia valigia dei ricordi americani insieme a tutto quello che ho imparato.

Ecco il menù della giornata: lo definirei mex-italo-asia-americano

APPETIZERS
bruschette al pomodoro
cruditè di verdure con salsa tartara
pizzette assortite
torta salata al radicchio, gorgonzola e noci
torta salata patate e peperoni
nachos e guacamole
crackers con salse varie
crema di spinaci, carciofi e formaggio da spalmare su pane o nachos
insalate varie
cocktail di gamberi
involtini e ravioli cinesi
fagottini di riso
patate rosse dolci all'ananas e cannella

ENTRE'E
tacchino al forno con ripieno
prosciutto cotto al forno
tacchino ripieno vegetariano (a base di tofu)
condimenti: salsa di mirtilli rossi, gravy classica e vegetariana

CONTORNI
purè di patate all'aglio
mais dolce al latte
funghi grigliati
riso all'uvetta
riso bianco
insalata mista

DESSERT
torta alla zucca e cannella
torta alla zucca vegana (senza uova e senza latte)
torta alle noci pecan
hawaian pie (torta a strati con frutta e panna)
bread pudding
apple pie
waffers giapponesi
ginger bread
pasticcini di pasta frolla
frutta fresca (melone, anguria e melone bianco)
torrone morbido mandorle e pistacchi
caffè americano
yerba mate (infuso tipico del sudamerica)