giovedì 21 giugno 2012

Segnaletica ironica: aggiornamento

Un'ironia che viene da tempi lontani

Questa foto l'ho trovata nell'archivio storico della National Geographic e dovrebbe essere degli anni 20 del secolo scorso. Ritrare Glacier point al Yosemite National Park che purtroppo non ho visto di persona :( 
Il cartello dice letteralmente:
It is 3.000 feet to the bottom and no undertaker to meet you. Take no chanches. There is a difference between bravery and just plain ordinary foolishness.

(Ci sono 3.000 piedi fino al fondo e nessun becchino ad aspettarti. Non correre il rischio. C'è differenza tra coraggio e solo semplice ordinaria stupidità).

Da ciò che ho letto in internet il cartello non esiste più... peccato!


mercoledì 13 giugno 2012

Segnaletica ironica

Obblighi, divieti e suggerimenti proposti in veste ironica sono più efficaci?
Chi lo sa!
A me sono sembrati una nota di colore nell'austero grigiore tipico delle imposizioni burocratiche e mi han fatto comunque sorridere :)

Ecco alcuni esempi trovati qua e là.

Che sia pericoloso attraversare la strada a Salt Lake City?

Yellowstone
Letteralmente suona così: lavati le zampe, i germi sono a caccia e ovviamente fuori dal contesto non è simpatica e forse è offensiva; ma all'interno del parco ci sta tutta e in inglese c'è pure la rima. E se la traducessimo così? lava le tue zampacce, i germi son minacce...  :-s    no, eh?
Si accettano suggerimenti.


Yellowstone
Questa non ha bisogno di commenti, povere piantine!
C'era un altro cartello che non sono riuscita a fotografare ma che graficamente era simile, con uno scarpone nell'atto di calpestare il suolo, che diceva: "leave the plants a chance!"


Yellowstone
Questo cartello di divieto non ha molta ironia, anzi proprio per niente, è un cartello standard...
per gli americani sicuramente, per noi forse un po' meno :(

Per ora è tutto ma vi terrò aggiornati.

venerdì 1 giugno 2012

Spiacente, ma non c'è storia ...

L'idea della "Copa di Vino" mi ha lasciato molto combattuta per qualche giorno; da un lato la mia indole "markettara" non poteva fare a meno di riconoscere e lodare l'originale intuizione, il packaging accattivante, il marchio che strizza l'occhio agli italiani come agli ispanici, la determinazione nel tentare ciò che nessuno aveva mai osato immettere nel mercato, ovvero il "vino da passeggio", dall'altra parte i miei sani e conservatori cromosomi veneti gridavano vendetta, mentre una vocina nella mia mente ripeteva: "Se nessuno ha mai tentato la via del calice di vino take away, un motivo ci sarà?!?". 

La diatriba mentale si è bonariamente conclusa qualche giorno fa, quando in una tiepida e soleggiata domenica di maggio abbiamo partecipato a "Cantine Aperte 2012".
In tarda mattinata siamo arrivati in Valpolicella, incantevole e tranquilla località in provincia di Verona, nelle vicinanze del lago di Garda, famosa per la produzione di vini d'eccellenza, come l'Amarone, il Recioto e il Ripasso di Valpolicella, appunto. 



Dopo sette ore di visita a cantine storiche ed un eccezionale pranzo, innaffiato con dell'ottimo Valpolicella, indovinate un po' chi ha vinto tra le due anime contendenti: la "markettara" o la conservatrice?


« Son cari a Bacco questi colli e cara
questa fonte alle Najadi è non meno.
Se troppo di quel nume hai caldo il seno,
tu con quest'acque a rinfrescarlo impara »
(Ippolito Pindemonte)