martedì 4 gennaio 2011

Natale nella provincia veneta

Notte di Natale. Mezzanotte in punto nella piccola chiesa di un paesino tra le provincie di Padova e Venezia. Le campane suonano. Fuori piove a dirotto. Dentro silenzio, tepore, e le note pesanti e sicure dell’organo. Il prete esce dalla sacrestia, avvolto in inconsueti paramenti fastosi. Gli astanti vengono circondati da spesse volute d’incenso mentre il turibolo tintinna nelle mani del chierichetto.
Durante l’omelia il prete chiede: “con quali immagini arrivate a celebrare questo Natale?”, giro a voi questa domanda, credenti o non, e vi lascio qualche istante per pensare a quale potrebbe essere stata la vostra risposta …
Per quanto mi riguarda, mentirei sfacciatamente se non confessassi che gran parte delle istantanee di questo Natale sono legate alle mie personalissime vicende, alle ansie e alle preoccupazioni che hanno accompagnato gli ultimi giorni dell’anno ormai alle nostre spalle.
Altrettanto sinceramente però non nascondo che il mio pensiero, in quel particolare momento, è andato alle persone che, proprio durante la notte di Natale, in molte città e paesi del Veneto si stavano preparando a lasciare le proprie case, sotto la minaccia di una nuova piena.
Non voglio apparire melensa né darmi “arie da santa”, nè tanto meno sono alla ricerca di commiserazione, ma vi assicuro che la vista dal punto di congiunzione tra il fiume Piovego e il Brenta la mattina della Vigilia, dopo qualche giorno di pioggia intensa, era davvero impressionante.
Guardando preoccupata quella scena, ho provato un inevitabile sollievo al pensiero di abitare sul lato “giusto” dell’argine, quello che difficilmente potrebbe essere colpito dagli allagamenti, poi mi sono ricordata dei tanti racconti degli abitanti di Bovolenta, Casalserugo, Vicenza, Cresole, Monteforte D’Alpone che avevo ascoltato durante gli ultimi due mesi. Amici, conoscenti, colleghi di lavoro, che avevano vissuto da vicino l’alluvione di Ognissanti. Quei racconti sono tornati a farmi visita, come fantasmi dickensiani, proprio la notte della Vigilia, facendomi sentire da una parte quanto mai fortunata, e dall’altra invitandomi a sperare nel rientro dell’allarme e nella possibilità per le famiglie colpite dall’emergenza di trascorrere un Natale un po’ più vicino alla normalità.
Così è stato, almeno per gran parte dei veneti.
Mi auguro che il 2011 porti buone soluzioni ai problemi, forza a chi li deve affrontare, sensibilità e chiarezza d’intenti a chi deve decidere, per sé stesso e per gli altri, e infine banalmente, serenità e speranza.
Buon Anno Nuovo da Padova!
Giulia

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